15 gennaio 2016
Teresa Manetti o Teresa Maria della Croce dell'Ordine carmelitano, conosciuta anche come Bettina, nacque il 2 marzo 1846 da Gaetano e Rosa Bigagli, umile famiglia di S. Martino di Campi Bisenzio. Visse poveramente l'infanzia nel paese, dandosi a Dio già a 19 anni, con alcune fidate amiche, ispirandosi a S. Teresa di Avila e seguendo una donna, Assuntina Biagiotti, che aveva in animo di fondare un convento. Raccogliendone la volontà, il 15 luglio del 1874 si ritirò con due compagne in una povera casetta presa a pigione sotto l'argine di Bisenzio. Per questo fu detta il Conventino. Il giorno dopo le giovani si iscrissero al Terz'Ordine Carmelitano. Fecero quindi vita di preghiera, penitenza e carità rivolta specialmente alle povere orfane - nel 1877 una povera donna giunta a morte lasciò loro due bambine di sei e dieci anni -, con i consigli del giovane parroco don Ernesto lacopozzi. Altre orfane e giovani la seguirono e così si ingrandì l'Istituto che era orientato all'apostolato fra la gioventù: si chiamò la Congregazione delle Carmelitane di S. Teresa. In seguito nuove comunità nacquero in Toscana; nel 1904 alcune suore ricevettero l'approvazione di Pio X e partirono per il Libano; nel 1907 furono ad Haifa, ai piedi del Carmelo. Oggi si trovano anche in Amazzonia e a Praga. Nel 1908 suor Teresa venne colpita da un terribile male. Morì il 23 aprile 1910. Fu beatificata a Firenze da Giovanni Paolo II il 19 ottobre 1986, e, su petizione popolare il 7 dicembre 1999 proclamata patrona di Campi Bisenzio. La sua memoria liturgica è il 23 aprile.
Don Ernesto Iacopozzi nacque a S. Casciano Val di Pesa nel 1844, da Antonio e Giuseppa Martini, e presto rimase orfano dei genitori. Con la sorella visse allora presso lo zio paterno, don Serafino, parroco di Pulica di Montelupo fiorentino. Nel 1857 entrò nella Collegiata di S. Casciano e nel 1861 nel Seminario di Cestello a Firenze, dove nel 1868 fu ordinato sacerdote, grazie anche all'aiuto del francescano p. Andrea da Quarata, stimato santo. Dopo alcune esperienze parrocchiali giunse alla cappellina di S. Martino di Campi Bisenzio dove fece vita ritirata, spendendo il suo tempo libero sui libri. Nel 1872, con grande coraggio, durante una inondazione, traversò su una barca il Bisenzio in piena, per portare i Sacramenti a un povero moribondo. Conobbe poi Bettina ed ebbe modo di rendersi conto della sua alta spiritualità. Dopo averne vagliato le penitenze (troppe) e la carità forse imprudente, si offri di aiutarla fino a trovare l'umile Conventino. Aumentate le suore e le orfane, don Ernesto prestò il suo aiuto anche materialmente per la costruzione di una nuova casa e poi di una chiesa (1885), mentre la fama della Congregazione si diffondeva nella diocesi. Mori il 21 agosto 1894; dal 1916 i suoi resti mortali riposano nel presbiterio della Chiesa dell'Istituto di fronte a quelli di Bettina.
Un brano scelto:
« ... Una riprova dolorosa ma molto significativa della collaborazione efficacissima di don Iacopozzi io la scorgo nella bufera di odio e persecuzione che si scatenò violenta spietata contro di lui perché, retto e prudente, coadiuvava nelle sue ardite iniziative di bene Suor Teresa: … calunnie volgari, … lo si disse un fanatico, un esaltato, uno stolto, gli si crearono difficoltà e imbarazzi anche là dove egli credé di poter contare degli amici ... Ma se fu visto piangere, non fu mai veduto vacillare nella santa impresa ... l'anima sacerdotale dell’Uomo che oggi onoriamo era accetta a Dio perché non poté sottrarsi a quella legge profondamente arcana, ma infinitamente sapiente per la quale le anime a Dio care debbono gemere, dolorare, patire ingiustizie, e a somiglianza del Redentore, passare per le tenebre della Croce per arrivare alla gloria» (da: don Paris Innocenti, Una perla del clero fiorentino, Firenze 1988). |